lunedì 12 gennaio 2015

"Che fai nella vita?" Terms and Conditions apply

La signora della carta d'identità alzò lo sguardo, vidi quegli occhi annoiati attraverso le lenti degli occhiali. "Professione?"
Una pressione tale non ce l'avevo dai tempi delle superiori quando la mia prof di matematica mi chiese di calcolare i massimi e i minimi di una funzione con la matrice Hessiana.



Cosa fai nella vita?
Ma a voi non vi prende male quando ve lo chiedono? Cioè l'impressione che date, il giudizio del vostro interlocutore dipende interamente da un fattore, il vostro lavoro.


Ho studiato in due università importanti all'estero, i miei compagni di università sono diventati avvocati, consultori, economisti, managers, medici, ingegneri. 

Sono una maestra d'asilo, ora. Ma sono stata insegnante per adulti, sono stata una cameriera, una gelataia, una paninara pure!
Non ho la più pallida idea di quello che farò il prossimo anno, o se mi licenziano, o se me ne vado perché mi prende il grullo.

Cosa fai nella vita?

Ma guarda faccio tante cose, mi lavo i denti, leggo solo libri che mi piacciono, viaggio quasi sempre a caso, mi perdo svariate volte al giorno, voglio bene alle persone, cerco di sorridere più che posso, mi incavolo per minchiate. Parecchio pure. Poi mi passa.

Cosa fai nella vita?
Vuoi sapere cosa ho studiato, cosa faccio ora, cosa avrei voluto fare o cosa farò quando cambierò lavoro?!

Cosa fai nella vita? 
Guarda io ti rispondo anche però a patto di poter cambiare la risposta, dai, almeno la possibilità di aggiornarla ogni sei mesi! 



Incontro particolarmente bizzarro. Seduta a sorseggiare una birra con una ex-collega universitaria coreana che lavora come ingegnere alla Samsung. 
Pure più giovane di me.
Arriva la domanda stella, io speravo che se ne scordasse ma invece niente, dopo aver ascoltato il suo curriculum lavorativo.
E tu cosa fai nella vita?

Le spiego. La scuola, i bambini, no non l'ho studiato ma l'ho imparato col tempo. 
No boh non lo so che cosa farò dopo.

E all'improvviso.
Sai, nel mio paese avresti una vita fantastica. Non come me, rinchiusa a fare calcoli.
SCUSA? dai uffa almeno se lo sapevo me la tiravo un po' di più. Mai 'na gioia oh. Cheppalle.



La signora della carta d'identità alzò lo sguardo, vidi quegli occhi annoiati attraverso le lenti degli occhiali. "Professione?"
Una pressione tale non ce l'avevo dai tempi delle superiori quando la mia prof di matematica mi chiese di calcolare i massimi e i minimi di una funzione con la matrice Hessiana. 

Presi 3. 

Su 15.


"Ci metta Insegnante, ma facciamo che torno il prossimo anno e se ne riparla. Vabbène?!"
Stampò il bollo, ci scarabocchiò sopra una firma.
"Sé, 'decci."


Facciamo che la prossima volta che incontriamo una persona ci impegniamo a non etichettarla, facciamo che la prossima volta che conosciamo qualcuno non ci sentiamo in dovere di spiegare quello che facciamo ma piuttosto chi siamo.
È più facile di quel che sembra.






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